Come calcolano le quote i Bookmakers

Il calcolo delle quote per le scommesse sportive da parte dei bookmaker è legato alla valutazione della probabilità che un certo evento si verifichi: tale probabilità viene tradotta, poi, in termini numerici.
Ovviamente, la quota deve includere anche l’aggio, vale a dire la trattenuta operata dal bookmaker.

Come noto, tanto più un evento è probabile quanto più è bassa la quota applicata: per esempio, se in una partita di calcio la vittoria di una squadra è data a 1.10, vuol dire che questo evento è ritenuto molto probabile.

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Le quote possono essere indicate nella forma europea decimale o secondo le quote frazionarie: per esempio, un evento che viene quotato a 2.50 in quote frazionarie (cioè quelle usate dagli inglesi) viene espresso in 3/2. Lo stesso evento, valutato 2.80, corrisponde a 9/5, e così via. Tradurre le quote europee in quote inglesi e viceversa non è difficile.

Per esempio, per tramutare i 3/2 in 2.50 si deve sommare il denominatore con il numeratore, e dividere il risultato ottenuto per il denominatore: quindi, 3 + 2 diviso 2, e cioè 5 diviso 2: 2.50, appunto. Stessa cosa per i 9/5: 9 + 5 diviso 5, e quindi 14 diviso 5: risultato 2.80.

A questo punto, però, resta da capire in che modo i bookmaker arrivino a stabilire una quota invece di un’altra. Per riuscirci, si fa riferimento a quello che viene definito come picchetto tecnico, che consiste nella probabilità di ciascuno degli eventi contemplati per una scommessa: per una partita di calcio, essi sono rappresentati dal successo della squadra di casa, dal successo della squadra in trasferta o dal pareggio.

Si immagini, per esempio, di dover calcolare le quote di una partita in cui la squadra di casa ha totalizzato in campionato 8 vittorie, 6 sconfitte e 1 pareggio, mentre la squadra in trasferta ha ottenuto 7 vittorie, 6 sconfitte e 2 pareggi.

La probabilità della vittoria della squadra di casa si calcola sommando il numero di partite vinte dalla squadra di casa e il numero di partite perse dalla squadra in trasferta, per poi dividere il risultato che si ottiene per la somma del numero di gare totali giocate dalla squadra di casa in casa e del numero di gare totali giocate dalla squadra in trasferta in trasferta.

Lo stesso procedimento deve essere applicato anche per calcolare la probabilità del pareggio e quella della vittoria della squadra in trasferta.

I risultati che si ottengono, poi, devono essere moltiplicati per 100 e poi messi al denominatore in una frazione con numeratore 100. Per esempio se il picchetto tecnico di un evento desse come risultato 0,22, bisognerebbe moltiplicare questa cifra per 100, e quindi arrivare a 22, per poi proporre la frazione 100/22, che dà risultato 4.54. Ebbene, 4.54 sarà la quota applicata.

Naturalmente, per il calcolo delle quote non si considera solo il picchetto tecnico: giusto per fare un esempio, si immagini una partita di calcio della seconda giornata di campionato che metta di fronte la Juventus e una neo-promossa.

Se, per caso, nel turno precedente la Juve avesse perso e la neo-promossa avesse vinto, è chiaro che il picchetto tecnico offrirebbe una quota sbilanciata, perché in realtà i bianconeri sarebbero comunque favoriti.

Ecco perché le quote che derivano dal picchetto tecnico non sono le stesse che offrono i bookmaker.

Insomma, il picchetto tecnico può essere preso a riferimento come una mera indicazione di massima delle probabilità, ma devono essere valutate anche altre variabili, quali il picchetto rating e il picchetto forma.

Il primo costituisce la valutazione di tutti i match che sono stati giocati dalle squadre, a prescindere dal fatto che si trattasse di gare in trasferta o in casa, mentre il secondo corrisponde a un calcolo delle probabilità che deriva dallo stato di forma dei team coinvolti nelle ultime cinque partite.

E non è tutto, perché oltre alla combinazione dei picchetti subentrano ulteriori fattori, come per esempio l’assenza di determinati giocatori e ogni altro elemento utile a individuare il tipo di partita con cui si ha a che fare.

Insomma, in un derby il fattore campo conta poco o nulla. Infine c’è da calcolare la lavagna, che non è altro che l’aggio a cui si è fatto cenno in precedenza: in pratica, la percentuale di ricarico sulle quote che è prevista dal bookmaker, un po’ come accade nel poker con la rake.

Per esempio, in una partita di basket si può scommettere se il punteggio finale complessivo sarà pari o dispari: in teoria la probabilità del 50% dovrebbe presupporre una quota pari a 2, mentre in realtà i bookmaker per questa scommessa offrono una quota di 1.90 o di 1.95.

La quota del pari è leggermente più bassa in quanto il pari è più probabile, visto che la somma di due numeri dispari dà un numero pari. Ecco che questo rappresenta il margine di guadagno a disposizione dei bookmaker, la cosiddetta lavagna.


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Come funzionano le quote nel Betting Exchange

Vale la pena di scoprire, poi, come funzionano le quote nel betting exchange. Anche in questo caso sono numerosi i fattori che influenzano le dinamiche di prezzo: ecco perché per un pronostico analitico non ci si deve preoccupare unicamente dell’esito finale di un evento, ma è opportuno concentrarsi sull’analisi stessa.

Si immagini, per esempio, di essere in presenza di un incontro che si conclude al termine del primo tempo senza reti e praticamente senza occasioni da gol da una parte e dall’altra: a prescindere dalla previsione iniziale (per esempio il successo dei padroni di casa), è chiaro che l’andamento della partita deve fare intuire in che modo proseguirà nel secondo tempo.

Le quote del betting exchange, pertanto, richiedono di essere in grado di interpretare in modo corretto i match su cui ci si concentra, così da poter essere bravi nell’immaginare che cosa potrebbe accadere nei minuti che rimangono prima del triplice fischio.

Ti lascio il link ad un altro articolo che ho fatto che parla della differenza tra la puntata e la bancata

Le piattaforme di betting exchange, per altro, mettono a disposizione anche dei grafici con dei dati, i quali tuttavia non possono essere presi per oro colato, ma vanno comunque capiti, interpretati e inseriti in un contesto, per verificare la loro coerenza con la situazione contingente e gli sviluppi dell’evento considerato.

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